30 Anni
La Fondazione Filippo Burzio compie trent'anni.
Fu costituita il 10 marzo 1992 da quanti avevano creato due anni prima il Centro Filippo Burzio: la famiglia dello scienziato-filosofo-giornalista, il Comune di Torino in cui era nato, l'Università in cui si era laureato in ingegneria, il Politecnico in cui aveva insegnato fisica, la Scuola di Applicazione dell'Esercito in cui era stato docente di balistica, la casa editrice UTET, la "Stampa" che aveva diretta in un periodo cruciale, tra la caduta del fascismo, la Liberazione e il dopoguerra.
Fu costituita il 10 marzo 1992 da quanti avevano creato due anni prima il Centro Filippo Burzio: la famiglia dello scienziato-filosofo-giornalista, il Comune di Torino in cui era nato, l'Università in cui si era laureato in ingegneria, il Politecnico in cui aveva insegnato fisica, la Scuola di Applicazione dell'Esercito in cui era stato docente di balistica, la casa editrice UTET, la "Stampa" che aveva diretta in un periodo cruciale, tra la caduta del fascismo, la Liberazione e il dopoguerra.
Guidata dal suo primo presidente Vittorio Caissotti di Chiusano, dal suo successore Valerio Zanone e dal vicepresidente Marco Weigmann, che vi ha dato un fondamentale contributo fino alla morte, la Fondazione ha promosso con UTET la ristampa delle opere di Burzio e la pubblicazione di "Una vita demiurgica", biografia del complesso intellettuale scritta dallo storico Paolo Bagnoli, il suo maggiore studioso. Bagnoli ha curato anche "Il demiurgo quotidiano" (Aragno), antologia della sua intensa attività giornalistica. Inoltre ogni anno organizza convegni di alto profilo su temi scientifici, letterari, di politica internazionale e assegna borse di studio per ricerche in campo scientifico, storico, giornalistico. Numerose ricerche e atti dei convegni sono stati pubblicati dal Centro Studi piemontesi.
Giornalista politico, tra i temi fondamentali Burzio si occupò precocemente dell'Europa e del suo destino. Dopo la disgregazione del Vecchio Continente perpetrata dal nazismo e dal fascismo, lo inquietava la contrapposizione tra i "russi e slavi attratti nella loro orbita" e "gli inglesi distaccati dai problemi europei", si interrogava sulla possibilità di "giungere a una realtà europea comune, gli Stati Uniti d'Europa". Per questo a celebrare i trent'anni di lavoro culturale la Fondazione Burzio ha invitato Romano Prodi a parlare della "Forza dell'Europa" giovedì 17 marzo, ore 17, nell'Aula Magna della Scuola di Applicazione che la ospita e con la quale collabora nel proporre conferenze e convegni di geopolitica.